Perché sembra che agli altri vada sempre meglio?

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“Poiché ho portato invidia ai malvagi, vedendo la prosperità dei malfattori.” (Salmo 73:3)
Che sollievo sapere che anche Davide ha pensato queste cose, non è vero? Perché anche tu, come me, ti sei probabilmente chiesto almeno una volta: “Perché chi non cerca Dio sembra vivere meglio?”
Capita. Carichi la macchina con tutto il necessario, ti metti in viaggio pensando al servizio che ti aspetta. Intanto ti arriva una telefonata che ti abbatte. Poi traffico, deviazioni, contrattempi.Arrivi sul posto in ritardo, affaticato… e ti accoglie qualcuno con un mezzo sorriso e un’espressione incerta: “Ci dispiace, c’è stato un problema con l’organizzazione…”
E dentro di te, senza rabbia, ma con stanchezza, pensi: “Potevo restare a casa. Ritagliarmi un po’ di tempo per me. Come fanno gli altri. Quelli che magari non si pongono nemmeno il problema di servire Dio.”
A volte, dai tutto te stesso per il bene degli altri: nella tua famiglia, nel tuo lavoro, nella tua chiesa. Ma nel silenzio, ti chiedi: “Serve davvero a qualcosa? Vale ancora la pena?”
E allora trovi nei Salmi uno specchio. Un’anima che si è posta le stesse domande. Un re che non ha nascosto i suoi turbamenti, ma li ha affidati a Dio: “Ho cercato di riflettere per comprendere tutto questo, ma la cosa mi è parsa molto difficile, finché non entrai nel santuario di Dio e considerai la fine di costoro.” (Salmo 73:16–17)
La svolta non avviene quando tutto si spiega, ma quando tutto si arrende. Quando smetti di cercare risposte e ti lasci attraversare da una Presenza più grande. È lì, nel silenzio dell’anima, che Dio si fa vicino. “Ma quanto a me, il mio bene è stare unito a Dio.” (Salmo 73:28)
No, il mondo non diventa perfetto quando sei credente. Le ingiustizie non scompaiono. I “malvagi” continueranno ad avere case grandi e weekend sereni. Ma qualcosa in te cambia per sempre. Dio si fa vicino. E insieme alla Sua presenza arrivano la pace, la gioia, la fiducia, la speranza… Quelle cose che nessuna circostanza può rubare, e che nemmeno la morte può spegnere.
Ne vale la pena? Sì. Mille volte sì.

