Perché dovresti perdonare

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Ogni volta che leggo il secondo capitolo della seconda lettera ai Corinzi, mi viene spontanea una domanda: “Che cosa avrà mai fatto quell’uomo di così grave da causare tanto dolore alla comunità?” Eppure Paolo non entra nei dettagli. Ci lascia solo queste parole:
“Ora se qualcuno è stato causa di tristezza, egli ha rattristato non tanto me quanto, in qualche misura (per non esagerare), voi tutti.” (2 Corinzi 2:5)
Hai notato l’inciso fra parentesi? “Per non esagerare”. Paolo potrebbe raccontarci la storia per intero… ma sceglie di fermarsi. Che lezione di delicatezza e saggezza! Immagina ora: qualcuno nella tua comunità commette un errore grave — un tradimento, un furto, un inganno. Credi che non se ne parlerebbe ovunque? Sarebbe il tema del mese, se non di tutta la vita comunitaria…
Eppure Paolo scrive: “Basta a quel tale la punizione inflittagli dalla maggioranza; quindi ora, al contrario, dovreste piuttosto perdonarlo e confortarlo, perché non abbia a rimanere oppresso da troppa tristezza.” (2 Corinzi 2:6‑7)
Perdonare e confortare. Cosa c’è di più controcorrente rispetto alla reazione comune! E Paolo spiega: “…quello che ho perdonato, se ho perdonato qualcosa, l’ho fatto per voi, davanti a Cristo, affinché non siamo raggirati da Satana; infatti non ignoriamo le sue macchinazioni.” (2 Corinzi 2:10‑11)
Ecco il punto: il nemico vuole che tu resti bloccato nel rancore. E mentre credi di rimanere saldo, stai cedendo sotto il peso che tu stesso alimenti.
Hai sperimentato la grazia di essere perdonato? Allora è venuto il tuo momento: perdona. Adesso.
Perdona per liberare te stesso. Perdona per vivere. Perdona perché per te c’è un domani senza catene.

